giovedì 27 giugno 2013

La frittata Lucrezia di Nonna Papera

Magari una cosa semplice, magari senza troppo significato, o forse invece sì ne ha. Un libro che si porta appresso 40 anni di storia, 40 anni di mamme e nonne che si dilettano nelle cucine per dare sollievo alle proprie famiglie, 40 anni di mani che sfaccendano, impastano, si sporcano ed accarezzano impasti, ecco cosa vedo quando tengo in mano la ristampa del Corriere della Sera del "Manuale di Nonna Papera". 
Un'opera ricca di disegni, un'enormità di ricette con nomi improbabili quali ad esempio 'Salsiccette yè-yè', 'Grog dello Spiffero', 'Caramelle del Califfo Bargniffo', consigli di cucina, accorgimenti anche per i bambini, un fornello per tutti e tutti per un fornello insomma...




Chi in realtà ha davvero stimolato la mia curiosità è stata Sabrine del blog Fragole a Merenda. E` lei che per prima ha condotto la crociata per rispolverare dagli scaffali il celeberrimo manuale, e ci ha trascinate tutte, con allegra curiosità ed un pizzico di timore reverenziale in questa piccola avventura. Se non siete delle fortunate possidenti di questo piccolo pezzetto di storia fate ancora in tempo a trovarlo nelle edicole, viceversa la splendida Sabrine ha creato un pdf con tutte le ricette che le sue amiche foodblogger hanno avuto il piacere di riproporre e rielaborare con le loro mani; il pdf lo trovate qui.

Ebbene la ricetta che vi propongo io, ne convengo, è davvero semplice: una ricca e proteica frittatona. L'ho scelta in quanto molte delle altre foodblogger l'hanno riproposta volentieri (non so se solo per la semplicità in effetti), e dunque io curiosa mi son chiesta il perchè. Mi sono data la risposta assaggiandone il primo boccone: bella, alta, soffice, spumosa e dorata. Profumata da un ciuffetto di menta direttamente dal mio balcone, io qui vi proponga la:

Frittata Lucrezia
dal Manuale di Nonna Papera

Ingredienti:
- 3 uova 
- 50g di prosciutto crudo a dadini
- 1 pizzico di parmigiano
- 1 pizzico di sale (non esagerate, c'è già il prosciutto che è salato)
- 1 cucchiaio di panna liquida (ho ovviato la mancanza con 1 cucchiaio di Philadelphia)
- foglie di menta fresca tritata q.b.
- olio e.v.o.

Preparazione:
Armatevi di frusta e ciotola e cominciate a sbattere assieme energicamente tutti gli ingredienti.

Mettete un filo d'olio sul fondo di una padella antiaderente e fatelo scaldare; una volta caldo versatevi la frittata e coprite subito con un coperchio. Fate cuocere coperta ed a fiamma bassta per 5 min, poi staccatela dal fondo con una paletta e aiutandovi col coperchio girate la frittata e cuocetela coperta altri 5 min dall'altro lato.

Una volta cotta guarnite con altra menta fresca. Servite alla temperatura che preferite, è sempre buona.

NOTA: il parmigiano dona croccantezza e spumosità. Aiuta la frittata ad alzarsi ed a dorarsi. Stessa cosa il latte: mettendo un goccio d'acqua o preferibilmente di latte e cuocendo la frittata coperta, essa di triplica in spessore.





domenica 9 giugno 2013

Sulla via delle Spezie...vol.2

Ebbene torniamo a noi...ci siamo lasciati da poche ore, ne convengo, ma ora fresca, sveglia e con un potente caffè alla mano e col pancino pieno (ahimè da una poco soddisfacente colazione, non avevo quasi nulla in casa D:) posso raccontarvi dei miei acquisti al Genovino d'Oro dopo la lezione raccontatavi nel post precedente. Ebbene eccovi i miei acquisti, vi presento:





-> Francis Curry Roasted: mi ero ripromessa di comprarmi cose particolari, che non è facile trovare in giro tra mercati, supermercati eccetera se non si è del settore, e voi direte 'Ma perchè diamine ti sei comprata il curry allora! Lo puoi trovare tipo ovunque!'. Ebbene no, questo è più di un curry, è un bijoux, un pout pouri di odori, sapori, ricco di vita e allegria...di certo non paragonabile al curry macinato e stra-rimacinato che troviamo nei supermercati;
-> Mix Mediterraneo: un condimento consigliato per pasta (ma che al Genovino usano tipo ovunque, in special modo nei cioccolatini) che racchiude tutti i sapori del tricolore, alla prima annusata non si può non pensare "io amo essere italiano!" e di questi tempi giuro che è difficile pensarlo! Origano di alta montagna, peperoncino e basilico ed aglio seccati e tritati;
-> Sale al Pepe e Liquirizia: protagonista della nostra ricetta per dare quel tocco in più ad un pesce stupido, od alla solita scatoletta di tonno cui d'estate non possiamo fare a meno a causa del caldo. Annusando si riesce a sentirne il sapore: indubbiamente liquirizia, e ci sta pure bene!

Polpette di Tonno al forno
profumate con Sale al Pepe e Liquirizia

Ingredienti (per 15 polpettine):
- 2 scatolette di tonno al naturale
- 300g di pane raffermo
- 1 uovo
- 1 manciata di parmigiano reggiano appena grattato
- 1 mazzo di basilico
- cannella, noce moscata
- sale al pepe e liquirizia
- olio e.v.o.
- pan grattato q.b.

Preparazione:
Tagliate il pane raffermo a tocchetti e in una ciotola bagnatelo con acqua abbondante, strizzate e sgranellate il pane che da duro diventerà spugnoso, e scolate l'acqua in eccesso facendo aattenzione a non perdervi il pane.

Aggiungete il basilico tritato, il tonno, le spezie (a me è calata un po' troppa cannella lo ammetto, stateci attenti, dosate bene, un punta di cucchiaio di buona spezia rivolta la ricetta come un calzino!), l'uovo, il parmigiano ed infini il nostro protagonista, il sale. Giratee, amalgamate, addensate, un filo d'olio, e cominciate a far polpette.

Ripassate le polpette in pan grattato, e disponetele su una teglia ricoperta di carta forno su cui andrete a spargere un altro filo d'olio. Cuocete a 200° per 20 min (girandole a metà cottura), e servite tiepide o fredde cosparse di un'altra spolverata di sale al pepe e liquirizia.

Le ho servite accompagnate dai fiori di zucca che mi sono nati in balcone: mondati, lavati, asciugati, privati del picciolo, ripieni di un tocchetto di Marzolino, ripassate in uovo sbattuto con sale e ricoperti di pan grattato, passate in forno 10 min con un goccio d'olio alla massima temperatura.



 

La Via delle Spezie

E` l'una di notte, non prendo sonno. Mi son messa lo smalto (le solite tre passate che resistono ad una settimana di lavaggio piatti), ho disegnato un modello di tailleur che mi è venuto sul momento, come sottofondo ho "Julie&Julia" che mi accompagna in questa notte vagamente insonne (mi sono appisolata troppo presto sulla digestione ed ora sono qui desta e smaltata), e allora basta sprecar tempo: vi racconto della lezione di Spezie fatta al Genovino d'Oro.

Intanto permettete una critica alla categoria: non mi piace definirmi foodblogger, offenderei le/i grandi del settore, io cucino quando ho tempo, voglia e fame, per diletto, per gioco, perchè è bello, non mi posso ahimè permettere di passare le giornate a sperimentare, provare, assaggiare, fotografare e viaggiare per lidi lontani alla scoperta di nuovi sapori, perchè studio e ogni tanto lavoro, perchè ho "solo" 23 anni e ancora non sono in grado di mantenermi autonomamente, peso su famiglia e simili, etc...
A questa lezione eravamo con una signora che si è presentata con "Salve mi chiamo Silvia, sono una foodblogger"...bè perdonatemi: mai vista una foodblogger così triste! Sul suo blog ci sono già capitata e nn mi ha fatto impazzire già la prima volta, ma poi sarà che quando mi immagino una foodblogger nella mia mente la immagino ala Sigrid Verbert: magra, spigliata, allegra, con la reflex al collo e l'espressione di un Indiana Jones all'entrata di un sepolcro ancora inesplorato in viso; oppure una Alessandra Spisni: una palletta sorridente ed attempatella, pimpante che saltella da una parte all'altra ad ogni assaggio di una qualsivoglia preparazione (l'immagine a cui mi sto ispirando, è così che voglio invecchiare!). Niente di tutto ciò...una maga magò dai capelli tinti, passiva, pronta a parlare solo di "ieri sono andata ad una premiazione, tra poco vado ad una degustazione, domani ho una prenotazione". Erano mesi e mesi che non vedevo l'ora di incontrare una delle mie eroine dell'etere eno/gastro-informatico, e quando finalmente ne incontro qualcuna, la delusione. Vabbè questo voleva essere solo un appunto mentale in realtà, non c'entra con l'esperienza che abbiamo fatto, però ci tenevo a precisarlo...

Tutto nacque settimane fa quando dopo mesi ho reincontrato la mia amica Sara tornando dal mio lavoretto pomeridiano: "Ciliegina, proprio oggi ti pensavo! Ho visto su Groupon un'offerta per una lezione sulle spezie da usare in cucina, perchè non ce la compriamo?", e perchè no, dico io? E così fissato il giorno con il signor Franco Calafatti del Genovino d'Oro, ieri pomeriggio dopo un pranzetto al pratino del dipartimento sotto ad un sole cocente (che mi ha anche scottato le spalle), ci avviciniamo a Via Collina 22 (zona Termini/Indipendenza di Roma) pronte per sentire, odorare, assaggiare ed ascoltare. 

Il Genovino d'Oro è un'oasi di scaffali e barattolami nel caos di Roma...una sorta di "Magie Olivander" a Diagon Alley, ecco! Appena entrate siamo state avvolte da mille odori alcuni pungenti, altri dolciastri, ed altri ancora agrumati; tè, spezie, cortecce di cannella, bacche di vaniglia, libri esposti, un pout pourri di colori e profumi. 




Dopo un'ora di chiacchiere (e diciamocelo di pura pubblicità...vabbè ci sta anche quella), possiamo dire che cominciamo la lezione; più che una lezione è stato un caotico odora questo, assaggia quello, perchè poi si ricollega a quest'altro; non c'era un vero e proprio filo logico che cominciasse da un punto e terminasse in un altro, oppure una tematica culinaria in cui inserire più spezie, od un percorso storico, niente di tutto ciò. E` stato piuttosto un pour parler sulle spezie, che la mia amica ha confessato aver preferito piuttosto ad un percorso logico/tematico che probabilmente l'avrebbe annoiata. 
I composti di spezie che troviamo al Genovino son tutte da loro scelte, importate e macinate mentre i prodotti confezionati (vedi taralli, grissini, cioccolatini e biscotti) sono ideati da loro i quali confezionano il pacchetto di spezie per tot kg di preparato che inviano al migliore del settore (tarallificio/panificio/pasticceria) che infine confeziona per loro il prodotto perfetto, e che in effetti devo dire ha tutte le sfumature che loro del Genovino volevano ricreare!




Il percorso di assaggi che Franco Calafatti ci ha fatto provare è il seguente:

Cominciamo ad odorare varie spezie da loro macinate, mixate, ideate, sperimentate e testate con annessi consigli di cucina come una ricetta per un Pollo al Tandoori Masala al rovescio, per un vero Pollo ad Curry Roasted di Francis (ragazza indiana che collabora con l'oro nell'ideazione e nella scelta di mix di spezie), per il Masala Chai (un tè al latte speziato da paura! E dire tè al latte è davvero riduttivo).

Curcuma macinata da 10 gg


Finalmente assaggiamo qualcosa: "Voi direte che questo l'avete provato al bar assieme al caffè...no non l'avete provato al bar" cit. di Franco Calafatti. Vi presento un peaberrie ricoperto di lussurioso cioccolato modicano. Cos'è il peaberrie? Avete presente la ciliegia che contiene i chicchi di caffè? Ecco in genere la ciliegiona in questione ne contiene due; quelle poche volte che ne contiene uno soltato viene preso, messo da parte, messo su un piedistallo d'oro, venerato per duecent'anni, poi infine essiccato, tostato macinato: questo è il signor peaberrie! 
Mi si è sciolto sulla lingua ed ha inondato il mio palato di caffè...croccantino e non duro e gommoso come quelli che mangiamo di solito! Un dolcino piccino...un sogno.


Mr Peaberrie


Dopodichè (sì lo so che par strano cominciare dal dolce ma così abbiamo fatto!), una selezione di taralli impressionanti! Nell'ordine:
-> Tarallo alla Malva, Macis e Pimento: la malva domina nel colore, nell'odore e nel sapore. Ma aspettando, avendo un poco di pazienza, non farcendosi le guance modalità criceto, a poco a poco salgono le note del macis e la peperosità del pimento...arriva tutto con un po' di pazienza, e non se ne va, riempie la bocca, soddisfa;
-> Tarallo Rabarbaro e Rosmarino: più vicino ai sapori comunemente associati al tarallo grazie alla presenza del rosmarino, vagamente violaceo grazie alla presenza del rabarbaro, ed anch'esso un tarallo che arriva tutto con la pazienza e la vera degustazione e che riempie la bocca soddisfacendo anche lo stomaco;
-> Tarallo Paprika e Cipolla: al contrario dei precedenti, questo è un tarallo immediato, al primo morso riempie le pareti della bocca di allegre note piccantine, e dopo aver annusato il mix di spezie di nome proprio "paprika e cipolla" non si poteva che non essere entusiaste di questo splendore rossiccio.




Come si suol dire, abbiamo finito a Tarallucci e Vino? Sì...con questi taralli speziati altro non ci potevan stare se non un paio di sorsi di Vino Mulsum. Prendete una bella bottiglia di Nero d'Avola, la rovesciate in pentola a pressione in cui lo andrete a cuocere per 50 min assieme ad un etto di miele per litro di vino, e lo lascerete raffreddare chiuso per una notte. Aprite la pentola e lasciate macerare il vino con un mix apparentemente assurdo di spezie, ed infine dopo la macerazione, filtrate e godetene come gli antichi romani.


Vino Mulsum per tre, grazie!


Vi confesso che ho già provato una ricetta con una delle spezie acquistate al Genovino, ma ridendo e scherzando si son fatte le 2:30 am e comincio ad essere stanca, e dopo tutti questi racconti mi è anche venuta fame a dirla tutta...Facciamo che ve la racconto domani o più in là la ricettina, per ora andate a dormire anche voi soddisfatti da questo viaggio nel mondo delle spezie. Sul tubo trovate una miriade di video di Franco Calafatti, delle sue trasmissioni e sulla cultura e l'uso delle spezie. Non credo che la mia curiosità circa l'argomento si esaurirà a breve, preparatevi genet! ;D

lunedì 3 giugno 2013

Aperi-Muffin

In questa maison si alternano giorni di piena operosità a giorni di pura e semplice pigrizia. Alcuni di questi giorni sono un misto tra i due, cioè la sensazione di voler fare qualcosa ma che se si producesse da sola, stile "La Bella Addormentata del Bosco" in cui la fatina Flora fa sbattere le uova assieme a zucchero e farina con un solo tintinnio di bacchetta, sarebbe ancora meglio! Quand'è uno di questi giorni la cosa più semplice e meno impegnativa da fare è un Muffin, in special modo se vuoi testare i tuoi nuovi pirottini a pois rossi! Il frigo tuttavia non risponde alle tue aspettative quindi digiti nell'etere informatico l'accoppiata di ingredienti per vedere se stai tentando di creare una cosa eccessivamente stramba persino per il palati dello chef più originale. L'accoppiata di questa volta era: muffin+philadelphia+pomodori secchi, e devo dire che a dispetto delle mie aspettative qualche cosa ho trovato (ed ovviamente se ve la sto proponendo, è perchè erano davvero golosi!).
A pensarci bene li sto mentalmente mettendo nello scompartimento del mio cervello che dice "Gnam! Questi te li pui rifare per una cenetta sfiziosa tra amici, e li andrai a proporre come appetizer o finger food...accidenti come sei figa!" (sì lo ammetto, il mio cervello ha dei compartimenti davvero strani...).

Ma torniamo a noi! Appetizer sfizioso per una cena tra amici, eccolo a voi!

Muffins salati al Formaggio fresco e Pomodori Secchi

Ingredienti: 
- 100g farina 00
- 2 uova
- 3 cucc.ni lievito 
- sale&pepe
- 4 cucchiai olio e.v.o.
- 2 cucchiai parmigiano 
- 100 g formaggio fresco (tipo caprino, philadelphia, etc...)
- 6/8 pezzi di pomodori secchi

Preparazione:
In una ciotola mixate farina, sale, pepe, lievito e parmigiano, viceversa in un'altra ciotola sbattere con una frusta gli ingredientiumidi (ossia uova ed olio). Unire gli ingredienti umidi a quelli secchi e con l'aiuto di una frusta amalgamate nel tentativo di ottenere un impasto omogeneo. 

Andate ad aggiungere il formaggio fresco a piccole dosi ed i pomodori secchi tagliati a tocchetti molto piccoli. Di nuovo con la frusta, ma forse è meglio con un cucchiaio, continuate ad amalgamare (velocemente, senza troppa cura).

Negli stampi per muffin posizionate i pirottini (se li avete, altrimenti fate senza, non si offende nessuno), e versate in ognuno di essi l'impasto tentando di riempirli non oltre i 3/4 della loro capienza. 

In forno preriscaldato a 220° per 5 min, e poi abbassate la temperatura a 180° e cuocete altri 10/15 min.
Servire freddi.