domenica 9 giugno 2013

La Via delle Spezie

E` l'una di notte, non prendo sonno. Mi son messa lo smalto (le solite tre passate che resistono ad una settimana di lavaggio piatti), ho disegnato un modello di tailleur che mi è venuto sul momento, come sottofondo ho "Julie&Julia" che mi accompagna in questa notte vagamente insonne (mi sono appisolata troppo presto sulla digestione ed ora sono qui desta e smaltata), e allora basta sprecar tempo: vi racconto della lezione di Spezie fatta al Genovino d'Oro.

Intanto permettete una critica alla categoria: non mi piace definirmi foodblogger, offenderei le/i grandi del settore, io cucino quando ho tempo, voglia e fame, per diletto, per gioco, perchè è bello, non mi posso ahimè permettere di passare le giornate a sperimentare, provare, assaggiare, fotografare e viaggiare per lidi lontani alla scoperta di nuovi sapori, perchè studio e ogni tanto lavoro, perchè ho "solo" 23 anni e ancora non sono in grado di mantenermi autonomamente, peso su famiglia e simili, etc...
A questa lezione eravamo con una signora che si è presentata con "Salve mi chiamo Silvia, sono una foodblogger"...bè perdonatemi: mai vista una foodblogger così triste! Sul suo blog ci sono già capitata e nn mi ha fatto impazzire già la prima volta, ma poi sarà che quando mi immagino una foodblogger nella mia mente la immagino ala Sigrid Verbert: magra, spigliata, allegra, con la reflex al collo e l'espressione di un Indiana Jones all'entrata di un sepolcro ancora inesplorato in viso; oppure una Alessandra Spisni: una palletta sorridente ed attempatella, pimpante che saltella da una parte all'altra ad ogni assaggio di una qualsivoglia preparazione (l'immagine a cui mi sto ispirando, è così che voglio invecchiare!). Niente di tutto ciò...una maga magò dai capelli tinti, passiva, pronta a parlare solo di "ieri sono andata ad una premiazione, tra poco vado ad una degustazione, domani ho una prenotazione". Erano mesi e mesi che non vedevo l'ora di incontrare una delle mie eroine dell'etere eno/gastro-informatico, e quando finalmente ne incontro qualcuna, la delusione. Vabbè questo voleva essere solo un appunto mentale in realtà, non c'entra con l'esperienza che abbiamo fatto, però ci tenevo a precisarlo...

Tutto nacque settimane fa quando dopo mesi ho reincontrato la mia amica Sara tornando dal mio lavoretto pomeridiano: "Ciliegina, proprio oggi ti pensavo! Ho visto su Groupon un'offerta per una lezione sulle spezie da usare in cucina, perchè non ce la compriamo?", e perchè no, dico io? E così fissato il giorno con il signor Franco Calafatti del Genovino d'Oro, ieri pomeriggio dopo un pranzetto al pratino del dipartimento sotto ad un sole cocente (che mi ha anche scottato le spalle), ci avviciniamo a Via Collina 22 (zona Termini/Indipendenza di Roma) pronte per sentire, odorare, assaggiare ed ascoltare. 

Il Genovino d'Oro è un'oasi di scaffali e barattolami nel caos di Roma...una sorta di "Magie Olivander" a Diagon Alley, ecco! Appena entrate siamo state avvolte da mille odori alcuni pungenti, altri dolciastri, ed altri ancora agrumati; tè, spezie, cortecce di cannella, bacche di vaniglia, libri esposti, un pout pourri di colori e profumi. 




Dopo un'ora di chiacchiere (e diciamocelo di pura pubblicità...vabbè ci sta anche quella), possiamo dire che cominciamo la lezione; più che una lezione è stato un caotico odora questo, assaggia quello, perchè poi si ricollega a quest'altro; non c'era un vero e proprio filo logico che cominciasse da un punto e terminasse in un altro, oppure una tematica culinaria in cui inserire più spezie, od un percorso storico, niente di tutto ciò. E` stato piuttosto un pour parler sulle spezie, che la mia amica ha confessato aver preferito piuttosto ad un percorso logico/tematico che probabilmente l'avrebbe annoiata. 
I composti di spezie che troviamo al Genovino son tutte da loro scelte, importate e macinate mentre i prodotti confezionati (vedi taralli, grissini, cioccolatini e biscotti) sono ideati da loro i quali confezionano il pacchetto di spezie per tot kg di preparato che inviano al migliore del settore (tarallificio/panificio/pasticceria) che infine confeziona per loro il prodotto perfetto, e che in effetti devo dire ha tutte le sfumature che loro del Genovino volevano ricreare!




Il percorso di assaggi che Franco Calafatti ci ha fatto provare è il seguente:

Cominciamo ad odorare varie spezie da loro macinate, mixate, ideate, sperimentate e testate con annessi consigli di cucina come una ricetta per un Pollo al Tandoori Masala al rovescio, per un vero Pollo ad Curry Roasted di Francis (ragazza indiana che collabora con l'oro nell'ideazione e nella scelta di mix di spezie), per il Masala Chai (un tè al latte speziato da paura! E dire tè al latte è davvero riduttivo).

Curcuma macinata da 10 gg


Finalmente assaggiamo qualcosa: "Voi direte che questo l'avete provato al bar assieme al caffè...no non l'avete provato al bar" cit. di Franco Calafatti. Vi presento un peaberrie ricoperto di lussurioso cioccolato modicano. Cos'è il peaberrie? Avete presente la ciliegia che contiene i chicchi di caffè? Ecco in genere la ciliegiona in questione ne contiene due; quelle poche volte che ne contiene uno soltato viene preso, messo da parte, messo su un piedistallo d'oro, venerato per duecent'anni, poi infine essiccato, tostato macinato: questo è il signor peaberrie! 
Mi si è sciolto sulla lingua ed ha inondato il mio palato di caffè...croccantino e non duro e gommoso come quelli che mangiamo di solito! Un dolcino piccino...un sogno.


Mr Peaberrie


Dopodichè (sì lo so che par strano cominciare dal dolce ma così abbiamo fatto!), una selezione di taralli impressionanti! Nell'ordine:
-> Tarallo alla Malva, Macis e Pimento: la malva domina nel colore, nell'odore e nel sapore. Ma aspettando, avendo un poco di pazienza, non farcendosi le guance modalità criceto, a poco a poco salgono le note del macis e la peperosità del pimento...arriva tutto con un po' di pazienza, e non se ne va, riempie la bocca, soddisfa;
-> Tarallo Rabarbaro e Rosmarino: più vicino ai sapori comunemente associati al tarallo grazie alla presenza del rosmarino, vagamente violaceo grazie alla presenza del rabarbaro, ed anch'esso un tarallo che arriva tutto con la pazienza e la vera degustazione e che riempie la bocca soddisfacendo anche lo stomaco;
-> Tarallo Paprika e Cipolla: al contrario dei precedenti, questo è un tarallo immediato, al primo morso riempie le pareti della bocca di allegre note piccantine, e dopo aver annusato il mix di spezie di nome proprio "paprika e cipolla" non si poteva che non essere entusiaste di questo splendore rossiccio.




Come si suol dire, abbiamo finito a Tarallucci e Vino? Sì...con questi taralli speziati altro non ci potevan stare se non un paio di sorsi di Vino Mulsum. Prendete una bella bottiglia di Nero d'Avola, la rovesciate in pentola a pressione in cui lo andrete a cuocere per 50 min assieme ad un etto di miele per litro di vino, e lo lascerete raffreddare chiuso per una notte. Aprite la pentola e lasciate macerare il vino con un mix apparentemente assurdo di spezie, ed infine dopo la macerazione, filtrate e godetene come gli antichi romani.


Vino Mulsum per tre, grazie!


Vi confesso che ho già provato una ricetta con una delle spezie acquistate al Genovino, ma ridendo e scherzando si son fatte le 2:30 am e comincio ad essere stanca, e dopo tutti questi racconti mi è anche venuta fame a dirla tutta...Facciamo che ve la racconto domani o più in là la ricettina, per ora andate a dormire anche voi soddisfatti da questo viaggio nel mondo delle spezie. Sul tubo trovate una miriade di video di Franco Calafatti, delle sue trasmissioni e sulla cultura e l'uso delle spezie. Non credo che la mia curiosità circa l'argomento si esaurirà a breve, preparatevi genet! ;D

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